10/06/10

. La dott. Mighelia Espinosa di Cebu nelle Filippine era colpita da cancro, ormai allo stadio delle metastasi. Così malata giunse in pellegrinaggio a Medjugorje nel settembre del 1988. Il suo gruppo salì sul Kricevac, e lei decise di attenderne il ritorno fermandosi ai piedi del monte. Poi prese una decisione improvvisa. E' lei che parla: “Dissi fra me:'Vado fino alla prima stazione della via crucis; se potrò poi andare avanti, andrò avanti, fin quando posso...'. E così camminai, con mia meraviglia, da una stazione all'altra, senza troppa fatica.


Cari figli! In questi giorni mentre festeggiate la Croce desidero che anche per voi la vostra croce diventi gioia. In modo particolare, cari figli, pregate per poter accettare la malattia e le sofferenze con amore come le ha accettate Gesù. Soltanto così potrò con gioia darvi grazie e guarigioni che Gesù mi permette. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.






(11 settembre '86)







Il dolore, la sofferenza bussano alla porta di ogni persona, di ogni famiglia, di ogni comunità. Di fronte alla malattia una domanda diventa quasi necessaria: perché il dolore? Perché la sofferenza? Una domanda che non può rimanere senza risposta, eppure spesso essa non trova risposta comprensibile ... soprattutto quando ci si trova di fronte a persone indifese, come i bambini.







Anche al tempo di Gesù ci si imbatteva in persone ammalate e ci si chiedeva: perché? E Gesù che conosceva il pensiero e il cuore degli uomini puntualizzava che la malattia e la sofferenza sono il retaggio dell'umanità; essa è un fatto fondamentale della vita umana.







L'uomo cerca la soluzione alla sofferenza nei rimedi umani e scientifici, ma spesso anche chi si dichiara ateo, si rivolge a Dio, ripetendo quanto leggiamo nel Vangelo: "Signore, se vuoi puoi sanarmi!".







I viaggi della speranza si moltiplicano e i Santuari Mariani richiamano le folle. A Medjugorje la Regina della Pace ci invita alla preghiera costante ed all'offerta della sofferenza a Dio per la salvezza dell'umanità. Maria, essendo Madre, non può non comprendere e venire incontro a un figlio che si rivolge a Lei, non può negargli il suo abbraccio e il suo aiuto.







Cari figli!



Oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate. E così io non posso aiutarvi, dato che voi non desiderate agire. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario: il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia! Così comprenderete perché sono da tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare.



(12 giugno '86).







"La risposta cristiana al dolore e alla sofferenza non è mai caratterizzata dalla passività"







Il Papa nell'affermarlo pensa a quanti accettano la malattia e il dolore come partecipazione alla Passione di Cristo e a quanti: singoli e istituzioni, laici e religiosi, medici e infermieri, sanno lenire la sofferenza altrui facendosi dono per gli altri attraverso il volontariato e l'assistenza amorosa.







Il problema della sofferenza ci fa sentire figli dello stesso Padre, fratelli e sorelle che vivono lo stesso problema, che sono alla ricerca del significato profondo, non solo della sofferenza e della malattia, ma della stessa vita umana.



Come quelle del Vangelo anche le guarigioni attuali sono i segni che continuano a manifestare il potere di Gesù “venuto a risanare tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo” (Atti 10) e servono a confermare i discepoli nella via stretta che egli ha insegnato e percorso: la stessa che Maria ci ha riproposto e che il cielo mostra di approvare con continui segni.









Un regalo di compleanno: Rosetta cammina!



“Mi chiamo Rosetta Trogu, 40 anni, di Capoterra (Cagliari), sono madre di 2 figli, di cui Cecilia prossimal_matrimonio e Franco. Mio marito si chiama Antonio Cabras. Da 17 anni soffro di artrite reumatoide; da 4 le ginocchia sono rigide da non poter piegare le gambe se non con dolori atroci. Non posso fare nessun lavoro, sempre sdraiata in casa” così la graziata esprime le sue generalità. Faceva parte del gruppo guidato da don Pietro Villasanta, parroco di S.Tarcisio Pirri (Cagliari).







5 agosto. Un'ora dopo il fatto miracoloso avvenuto verso le 15 ci siamo recati alla pensione Juka a metà strada tra Medjugorje e l'incrocio, dove era ospitata Rosetta con il secondo gruppo sardo venuto il giorno prima. Abbiamo chiesto a Rosetta cos'era successo. Ecco il suo racconto.







“Ero coricata nella stanza assieme all'amica Gabriella e si parlava del più e del meno. Gabriella mi diceva: ‘Sicuramente la Madonna ti guarirà' e lo diceva convinta. Poi mi sono seduta sul letto e lei: ‘Ti faccio un po' di fisioterapia' e iniziò i massaggi. E siccome mi faceva male ella mi disse sorridendo: ‘Non farci caso, metti che te lo faccia la Madonna; stai così rilassata!' Dopo mezz'ora mi ha detto: ‘Per ora basta, riprenderemo domani. Adesso alzati e cammina'.



“E mi sono alzata dal letto. Ho cominciato a camminare: “Gabriella, muovo le ginocchia, muovo le ginocchia!” Ci siamo aggrappate insieme e piangevamo dalla gioia. Io sapevo bene com'ero: appena muovevo un po' le gambe rigide, sembravano come sfasciarsi. Stamattina ero entrata nella cappella delle apparizioni per mettere una catenina al collo della Madonna. Mi avevano aiutato a salire su una sedia e, aggrappandomi alla Madonna avevo detto: “Madonna mia, guariscimi”. A pranzo tutti avevamo fatto gli auguri alla Madonna per il suo compleanno”.







Un sacerdote milanese e alcuni giovani, reduci da un ritiro spirituale, sono entrati per primi nella stanza di Rosetta e hanno notato in quelle persone umili, incapaci di qualsiasi inganno, la semplicità e lo stupore delle scene evangeliche. Così si presentava anche a noi Rosetta, circondata dalle amiche di viaggio, persone modeste, all'antica, ma piene di gioia spirituale. Alla fine della visitaci hanno voluto cantare a tutto fiato la lunga Ave Maria sarda.



— E suo marito che cosa ha detto? — “Era stato proprio lui a spingermi a venire, mentre io ero molto incerta e mi aveva detto: “Vorrei vedere Rosetta guarita: allora ci crederei anch'io che la Madonna fa miracoli”. Avevo fatto passare tanti ospedali da Bologna a Torino a Roma ecc. senza alcuna possibilità di operazione...



“Anche una ragazza sarda di 14 anni, Alessandra semiparalizzata, era venuta qui un mese fa e aveva lasciato le stampelle senza sentir più alcun dolore e rimettendosi a camminare... (non abbiamo altri particolari — n.d.r.). lo vengo qui da 3 anni e siccome ero molto incerta, Antonio mi ha detto: ‘Và a Medjugorje, così ti rilassi; altrimenti rimani tutto l'anno nervosa'. E sono venuta.



“Gli ho telefonato: “Sai che sono guarita?”“Ma non me lo dire!' risponde lui. Ed io: “Sì, te lo dico...!”



Alla fine della messa serale della Trasfigurazione, Rosetta è stata pregata di salire sull'altare esterno per il rendimento di grazie e ha recitato le strofe del Magnificat, intercalate dal ritornello dell'Ave Maria di Lourdes, cantato dall'assemblea commossa.



La sera dopo è toccato di salire sull'altare per ringraziare Dio e Maria di fronte alla folla, a un anziano missionario dello Zaire, P.John Beaudery, 77 anni. Nel momento dell'apparizione il 6 agosto ha recuperato la vista e l'udito. Avrebbe dovuto subire una delicatissima operazione agli occhi al ritorno da Medjugorje. Ha gettato via anche l'apparecchio acustico, che ormai non serviva più.



. La dott. Mighelia Espinosa di Cebu nelle Filippine era colpita da cancro, ormai allo stadio delle metastasi. Così malata giunse in pellegrinaggio a Medjugorje nel settembre del 1988. Il suo gruppo salì sul Kricevac, e lei decise di attenderne il ritorno fermandosi ai piedi del monte. Poi prese una decisione improvvisa. E' lei che parla: “Dissi fra me:'Vado fino alla prima stazione della via crucis; se potrò poi andare avanti, andrò avanti, fin quando posso...'. E così camminai, con mia meraviglia, da una stazione all'altra, senza troppa fatica.









Per tutto il tempo della mia malattia ero presa da due paure: paura per la morte personale e paura per la mia giovane famiglia, perchè ho tre figli ancora piccoli. Lasciare figli mi era più doloroso che lasciare il marito.







Ora, quando mi trovai davanti alla 12 stazione, mentre guardavo come Gesù muore, improvvisamente mi scomparve ogni paura della morte. Avrei potuto morire in quel momento. Ero libera! Ma la paura per i figli era rimasta. E quando fui davanti alla 13 stazione, e guardavo come Maria tiene tra le braccia Gesù morto, scomparve la paura per i figli... Lei, la Madonna, avrebbe avuto cura di loro. Ne ero certa e accettavo di morire. Mi sentii leggera, in pace, felice, come lo ero prima della malattia. Ridiscesi con facilità il Krievac.







Tornata a casa volli passare una visita di controllo e medici, miei colleghi, dopo aver fatto la radiografia, mi chiesero, stupiti: “Ma che cosa hai fatto? Non c'e nessun segno delle malattia...". Io dalla gioia scoppia a piangere e potei solo dire: “Sono andata in pellegrinaggio dalla Madonna...”. Sono ormai passati quasi due anni da quella mia esperienza e mi sento bene. Questa volta sono qui per ringraziare la Regina della pace”.







2. Il dott. Antonio Longo, un noto pediatra di Portici (Napoli), nato nel 1924, dunque un uomo di lunga esperienza, si ammalò nel 1983 e fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Tutti gli esami indicavano la presenza di un tumore all'intestino e gli specialisti temevano metastasi diffuse. In un anno subì tre interventi chirurgici; fu sottoposto alla cobalto-terapia. Subentrarono nuove complicazioni. Si formò una fistola all'addome, con dolori tremendi e preoccupazioni. La situazione era grave, fisicamente e psichicamente. Testimonia il dott. Longo: “I miei due figli, entrambi medici, mi medicavano ogni giorno in casa, e al mattino andavo in ospedale per la medicazione. Mia moglie e i figli andarono in pellegrinaggio a Medjugorje per chiedere la mia guarigione. Anch'io pregavo la Madonna. La guarigione non seguì subito dopo il pellegrinaggio, ma un po' più tardi.







Ai primi di aprile, e precisamente la mattina del 10 aprile, andai all'ospedale per la medicazione, come facevo ormai da sei anni. Quando la caposala mi tolse le bende, vide che la piaga era scomparsa! Chiamo immediatamente il medico, che rimase senza parole. Esaminò, palpò, mi sottopose a pressioni continuando a rigirarrni sul lettino... La pelle dell'addome era perfettamente asciutta, liscia, normale.



Questa volta anch'io sono venuto in pellegrinaggia a Medjugorje per ringraziare la Madonna.



Al ritorno mi presentai di nuovo al medico ed egli mi disse: “Tu sei perfettamente sano!”.







Ogni tanto cerco di ricordarmi della malattia passata, dei reperti medici, degli interventi, della ferita che era stabilmente purulenta, che mai si cicatrizzava. In seguito andai in Francia per un controllo. Ottenni la stessa risposta: sono perfettamente sano”.

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